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Conferenza: I segreti dell’ultima cena

Tutti conosciamo uno dei più famosi dipinti di Leonardo, l’Ultima Cena. Ma quel rettangolo di 8,8 metri di larghezza alto 4,6 metri che oggi si trova circondato da mura spoglie e tristi a Santa Maria delle Grazie non ha ormai più nulla del capolavoro ormai perduto di Leonardo. Proprio perché era un dipinto e non un affresco cominciò a deteriorarsi fin da subito e persino nel 1880 il Bossi, di fronte ad un dipinto ri-dipinto e ricoperto da fissativi più volte nel tentativo di salvarlo, lo descriveva come “una larva di quel che era”.

Oggi dopo 500 anni dalla mortedi Leonardo lo spettacolo che Leonardo realizzò nel 1497 rinasce in tutto il suo splendore grazie ad un lungo lavoro di ricerca e all’utilizzo della realtà Virtuale. Nel museo Leonardo3 in Piazza Scala a Milano si può indossare un casco virtuale e ci si può muovere liberamente nel refettorio con una “macchina del tempo” che ci riporta nel momento in cui Leonardo aveva finito la sua opera. Leonardo non realizzò solo il dipinto con colori vivi edettagli incredibili ormai perduti ma dipinse anche le lunette superiori, le pareti e soprattutto quello che oggi è un soffitto tristemente grigio un tempo probabilmente era uno spettacolo azzurro con stelle dorate che brillavano con la luce proveniente dalle finestre sulla sinistra.

Leonardo realizzò uno spettacolo avvolgente non un semplice dipinto piatto. I frati che in quel luogo avevano il refettorio mangiavano sugli stessi tavoli che Leonardo dipinse e poiché il dipinto è ambientato nell’epoca storica milanese degli sforza, li si mangiava proprio quello che Leonardo ha dipinto sul tavolo. Tra le curiosità che rivivono nelle postazioni multimediali dedicate a questo lavoro si può scoprire come i piatti siano “colorati” nel senso che riflettono il colore del vestito che è vicino, se ne deduce che i piatti dovevano essere di peltro proprio come nella Milano del 1500.

Dopo lunghe ricerche e ricostruzioni basate sui documenti storici, gli stessi disegni di Leonardo e sopratutto le prime copie coeve si è potuto ricostruire un‘ipotesi sì fantastica, ma viva, avvolgente ed affascinante come era al tempo di Leonardo. Gli stessi arazzi presenti
nel dipinto potevano continuare nella sala creando un mondo reale che si confondeva con un vero proprio mondo virtuale creato da Leonardo.

Sono convinto che con questa maestosa opera teatrale, avvolgente e tridimensionale, aiutata dall’inganno della prospettiva Leonardo ha inventato quella che noi oggi definiamo realtà virtuale.

L’analisi del dipinto ha portato alla luce anche gli errori di Leonardo: la prospettiva è ideale per un uomo alto quattro metri ed il tavolo ed i personaggi sono due volte più grandi di quanto dovrebbero essere, addirittura gli apostoli agli estremi del tavolo non potrebbero neanche stare in quel posto perché le dimensioni del tavolo sono esattamente quelle della larghezza della stanza. Questi “errori” di prospettiva e di geometria sono però voluti da Leonardo che solo dopo essere diventato un maestro si è potuto permettere di stravolgere le regole per realizzare un opera migliore di quelle che aveva visto a Firenze.

Entrando nella sala ci si sentiva partecipi e presenti in un mondo artificiale, si entrava nella scena storica rappresentata da Leonardo, che non propriamente un uomo di religione si era permesso addirittura di eliminare le tradizionali aureole, declassando così gli apostoli e soprattutto Gesù ad un semplice essere umano. Non c’è il santo graal non ci sono le aureole, e neanche altri mostri o misteriosi significati od oggetti nascosti nel dipinto come da anni moti ci vogliono far credere.
Sono convinto che Leonardo abbia voluto rappresentare Gesù e gli apostoli come persone uguali a tutti noi e forse questo è un messaggio addirittura più potente di quello tradizionale. E nella sua innovativa rappresentazione pittorica tridimensionale abbia creato la prima opera di realtà virtuale immersiva.

 

745305960

Dott. Mario Taddei

Laureato in design industriale, ha insegnato al Politecnico di Milano fino al 2003. Ha dedicato gran parte della sua attività allo studio e allo sviluppo di prodotti multimediali interattivi per la divulgazione della scienza a carattere di edutainment.

Si occupa da tempo dello studio e della ricerca riguardante Leonardo da Vinci, diventandone a livello internazionale uno dei maggiori esperti. Ha firmato alcune scoperte e ricerche di risonanza mondiale riguardanti le macchine di Leonardo. Socio fondatore del centro studi Leonardo3, e’ curatore del museo Leonardo3 in piazza Scala Milano. Direttore scientifico tecnico. Progetta e realizza sistemi completi di Realtà Virtuale immersiva.
Autore di numerosi libri didattici, scientifici e divulgativi, pubblicati in diversi paesi del mondo, tiene conferenze, lectio magistralis e presentazioni in simposi e convegni internazionali. Le sue mostre, esibizioni e installazioni sono state nel corso degli anni presentate
con enorme successo sia in Italia che all‘estero (Germania, USA, Canada, Messico, Brasile, Qatar, Giappone).

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