Il pianoforte è stato inventato dall’italiano Bartolomeo Cristofori (1655-1731), al servizio di Ferdinando de’ Medici, Granduca di Toscana, che lo realizza applicando una meccanica di tipo percussivo al clavicembalo. Il nuovo strumento assume poi il nome di pianoforte o fortepiano: i due termini convivono e vengono usati indifferentemente, mentre oggi “fortepiano” si usa per designare gli strumentipiù antichi.
Sin dalla sua nascita, questo strumento è stato soggetto a esperimenti e innovazioni tecniche. Abbiamo una lettera di Mozart che ben testimonia queste continue modifiche. A proposito di Mozart, non possiamo non menzionare il suo interesse per i il Pedalpiano. Purtroppo il pedalpiano di Mozart non è sopravvissuto fino ad oggi, e possiamo quindi solo immaginare la sua struttura basandoci sulle descrizioni dei contemporanei.
Le innovazioni tecniche apportate ai pianoforti nel corso dei secoli sono numerosissime: alcune sono determinanti per lo sviluppo successivo, altre hanno importanza per un periodo limitato di tempo, altre ancora rimangono semplici esperimenti senza seguito.Inoltre, i progressi tecnici del pianoforte sono strettamente legati all’evoluzione del linguaggio musicale e ai cambiamenti del gusto.
Nell’Ottocento il pianoforte è anche un importantissimo mezzo di diffusione della cultura musicale perché, attraverso le trascrizioni e gli arrangiamenti, permette la conoscenza di brani vocali o sinfonici con i quali molte persone difficilmente verrebbero a contatto.
Il Maestro Prosseda, nel corso del suo intervento, ci accompagnerà in un viaggio affascinante, attraverso l’evoluzione del pianoforte, un processo che continua ancora oggi, anche se l’attuale standardizzazione ci indurrebbe a supporre il contrario. È importante notare come l’Italia sia uno dei centri più importanti nella produzione del pianoforte, grazie alla presenza della ditta Fazioli, i cui strumenti rappresentano senza dubbio, il punto più avanzato dell’attuale evoluzione dello strumento.