XIX Settimana della Lingua Italiana nel Mondo
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La Lupa di Verga: dalla novella al teatro
Nel complesso, le donne di Verga possono essere ricondotte a due categorie: “madre / distruttrice”. Non sorprende quindi che la siciliana lupa, Gnà Pina in entrambe le versioni narrative e teatrali di La Lupa (1880 e 1896), potrebbe essere facilmente collocata nel secondo gruppo. La mia relazione al convegno, tuttavia, si propone di illustrare come il personaggio e ponimo sconvolga la “distruttrice”, in particolare nell’adattamento drammatico.
Nel mio recente libro, A ‘New’ Woman in Verga and Pirandello: From Page to Stage (Legenda: 2018), sostengo che la “nuova” Lupa nella drammatica traduzione della novella esprima le aspirazioni non di una donna distruttiva, ma di una “nuova” donna le cui radici si possono trovare nella Casa di bambole (1879). Allo stesso modo in cui la Nora di Ibsen mal tollera di essere trattata come una bambola senza voce all’interno di una società patriarcale, così fa Gnà Pina, impegnata nella sua lotta per l’esistenza in una Sicilia patriarcale e cattolica. In fatti, dato che Capuana, compatriota di Verga, aveva tradotto l’opera di Ibsen per l’interpretazione della Duse nel 1891, egli era ben consapevole dell’accoglienza italiana di Nora quando, cinque anni dopo, mise in scena una delle sue eroine più trasgressive. Per questo ritengo che, adattando intenzionalmente un personaggio non convenzionale per il palcoscenico solo pochi anni dopo il tumulto generato dei teatri italiani dalla Nora di Ibsen, Verga abbia voluto, probabilmente, introdurre il pubblico a una versione”siciliana” dell’eroina scandinava di Ibsen.
Relatore:Enza De Francisci
Enza De Francisci è Lecturer all’Università di Glasgow e Direttore del programme di Translation Studies all’Università di Nankai. Ha collaborato con il Leverhulme research network Re-imagining italianità allo University College London dove ha svolto il suo dottorato di ricerca. Ha pubblicato soprattutto in merito alla traduzione nel teatro, performance, e letteratura dialettale in riviste specializzate tra cui Italian Studies, The Italianist, Modern Language Review, e Pirandello Studies, per la quale cura le recensioni teatrali. Pubblicazioni recenti includono la sua monografia, A “New” Woman in Verga and Pirandello: From Page to Stage (Oxford: Legenda, 2018), e un volume da lei curato insieme a Chris Stamatakis, Shakespeare, Italy, and Transnational Exchange: Early Modern to Present (London / New York: Routledge, 2017). Recentemente, ha lavorato come Fellow al Victoria and Albert Museum, e come consulente linguistica al National Theatre durante una produzione del Liolà di Pirandello in una nuova versione di Tanya Ronder, diretta da Richard Eyre.