A cura di: Bruno di Marino e Rosario Scarpato
Che cosa è stata e cos’è ancora oggi la sperimentazione con le immagini in movimento portata avanti dagli artisti nel nostro paese dagli anni ’60 ai giorni nostri? A questa domanda non si può che rispondere attraverso una retrospettiva articolata di film, videotape e opere digitali, suddivisa in 4 programmi per una durata complessiva di 10 ore e 30 minuti circa.
Gli approcci a un territorio del genere possono essere sostanzialmente due. Il primo di ordine sincronico, porta a tematizzare la materia, creando parallelismi tra film e video realizzati in un ampio arco temporale e diversi per tecnologia, sottolineando quali e quante siano le costanti stilistiche e concettuali che si ripetono nel corso del tempo. Il secondo, di carattere diacronico, sceglie invece di storicizzare l’oggetto dell’analisi, attraverso una partizione per decenni che mostri linearmente l’evoluzione del cinema e del video d’artista, senza tuttavia rinunciare a operare confronti tra i titoli selezionati. Abbiamo optato per questa seconda prospettiva, anche per offrire allo spettatore una visione chiara e perfino provocatoriamente “didattica” – parola oggi quasi impronunciabile – della sperimentazione audiovisiva d’artista in Italia; andando forse controcorrente, in tempi in cui la complessità delle esperienze e delle pratiche artistiche è tale da richiedere approcci metodologici sempre meno tradizionali.
Perché “Doppio schermo”? Perché i linguaggi in gioco sono due: le immagini in movimento da un lato, le arti visive dall’altro; due forme espressive che si incontrano nell’immaginario di uno stesso artista, creando interferenze stimolanti. Lo schermo, inteso come superficie di proiezione ma anche filtro, che vela e al tempo stesso rivela, diventa il dispositivo di un’interfaccia inesauribile. Ma il titolo si riferisce anche a un’altra duplicità, relativa ai due dispositivi che si sono succeduti, affiancati e a volte sovrapposti: il cinema e il video, due termini che oggi – con l’unificazione dei supporti nell’era del digitale –hanno perso di senso ma che, in un’ottica storica, sono utili a comprendere alcuni passaggi decisivi in termini sia estetici sia tecnologici.
L’evento è realizzato con il sostegno di Ceramiche IMOLA.