Giornata internazionale contro la violenza sulle donne
Proiezione del film “Io ci sono”
Istituto Italiano di Cultura di Pechino
Regia di Luciano Manuzzi
Cast: Cristiana Capotondi, Alessandro Averone, Mariella Valentini
Italia, 2016, 101’
In italiano con sottotitoli in cinese
La violenza contro le donne e le ragazze (VAWG) è al giorno d’oggi una delle più diffuse, persistenti e devastanti violazioni dei diritti umani nel mondo.
Il 25 novembre è la data scelta dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite come Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne e contro la violenza di genere.
L’Istituto Italiano di Cultura di Pechino ripropone il giorno 9 febbraio la proiezione del film “Io ci sono”, programmata in origine per il giorno 25 novembre e rimandata a causa dell’emergenza Covid.
PANORAMICA SU “IO CI SONO”
Nessuno può essere rimasto indifferente alla vicenda di Lucia Annibali, l’avvocato di Pesaro, sfregiata con l’acido dal collega Luca Varani con cui aveva una tempestosa e tormentata storia d’amore. La caratteristica che la rende particolare, ed esemplare, è il coraggio con cui la vittima si è mostrata col suo volto deturpato, facendo di se stessa il testimonial più eloquente del silenzio che va spezzato, per denunciare come l’idea del possesso del corpo della donna sia per molti maschi italiani una realtà anche nel nuovo millennio. Quando pretenderemmo che la nostra civiltà abbia fatto dei giri di lancette sull’orologio della storia e il rispetto per gli elementari diritti umani sia faccenda acquisita. Non è così. E la cronaca degli infiniti femminicidi ne è la più crudele prova. Vicende che siamo soliti relegare a un lontano mondo tribale, in Bangladesh come in Pakistan, accadono nella porta accanto. E spesso l’uomo, il maschio, trova presso altri maschi incredibili giustificazioni che alludono al malinteso senso del “troppo amore”. Non c’è mai amore se si organizza la distruzione dell’altra, se si vuole cancellare il suo volto con l’acido, uno dei reati più abietti che si possano concepire.
Raccontare la storia di Lucia mi sembrava un’occasione da non perdere per un cinema che si vuole civile, capace di riflettere il presente. E ringrazio soprattutto la protagonista per aver sposato con entusiasmo il progetto. (Dalle note del regista)